martedì 24 maggio 2011

Attualizzare le metafore è rischioso

Un paio di domeriche fa c'erano le Prime Comunioni nella Parrocchia del mio quartiere: grande paramento di genitori e nonni e zii e figli inguainati nelle consuete mise improbabili e con acconciature da vergognarsi guardando le foto poche settimane e mesi e anni dopo.

Una delle letture in programma parlava di cammelli. Il parroco, pensando che i bambini milanesi avessero poca confidenza col gobbuto quadrupede, compie un salto e trasporta "armi e bagagli" nel presente.

Quindi chiede ai bambini disposti intorno all'altare: Avete presente un gregge di pecore?
Un coro di: Nooo!
Per niente scoraggiato, il sacedote continua: Alzi la mano chi non ha mai visto un gregge di pecore!
Risultato: una selva di mani in alto.

A questo punto preso dallo sconforto, il prete ha abbandonato ogni pretesa di comprensione e di contatto con la realtà e si è lanciato in metafore metafisiche e spirituali. Come dargli torto?