mercoledì 19 dicembre 2012

Perché pago l'IMU?


Qualche osservazione sparse, che ritengo interessanti, sulla famigerata tassa sulla casa, l'IMU, pro e contro:

  • Non è una tassa progressiva
    È una di quelle tasse che non tiene conto di quanto si guadagna; succede anche con l'IVA o con il bollo auto o con altre imposte, però, perché non tenerne conto per renderla meno "iniqua"?

  • La casa è della banca, non mia
    Tutti coloro che pagano un mutuo per l'acquisto della loro abitazione, di fatto non la posseggono (provate a non pagare le rate per qualche mese e poi mi dite chi se la prende). Quindi, perché l'IMU devo pagarlo io e non il reale possessore dell'immobile?

  • Le tasse si pagano su tutto, perché non sulla casa?
    Coloro che ritengono immorale pagare l'IMU sulla prima casa, si dimenticano forse che le tasse ci sono sui trasporti, sulle pensioni, sulle automobili, sul pane, sull'acqua, sul riscaldamento: perché la prima casa dovrebbe essere un'eccezione? Si può vivere senza mangiare ma non senza un tetto di proprietà sopra la testa?

sabato 15 dicembre 2012

Profumo di casa: in bagno?

Un aspetto importante da curare nella propria casa è sicuramente il "profumo d'ambiente".

Non è neppure così difficile prendersene cura, visto che il mercato offre decine di soluzioni.

Ho però un dubbio: se in cucina, ho deciso, il profumo più "buono" è quello del caffè, in bagno quale può essere?

Il profumo del caffè è "mimetico", non è solo buono in sè, ma racchiude l'esperienza del risveglio e della colazione, forse gli attimi più intensi della giornata.

Ma la lavanda o il gelsomino in bagno cosa riproducono?

lunedì 10 dicembre 2012

L'albero di Natale più importante

Ieri ho fatto (addobbato? preparato? impallinato? qual è il verbo più appropriato?) l'albero di Natale più importante della mia vita.

Nella nostra casa nuova, in un periodo in cui sembra che tutto possa andare solo male.

Non ci sono i ristoranti pieni, ma qualche piccola soddisfazione personale ce la si può levare. Rinunciando a qualche cena, al telefonino nuovo ogni anno, a un'auto più grande e performante, al cappotto nuovo, la rata del mutuo la si riesce a vivere non come un incubo. Almeno non tutti i mesi.

Non si può quindi non citare una frase (quando verrà riconosciuto ai pubblicitari il loro status di intellettuali contemporanei?): la vita è fatta di priorità.

sabato 8 dicembre 2012

Più veloce verso la fine

Non capisco perché molti sono delusi del ritorno sulla scena politica di Berlusconi.
Ad oggi il PDL è ancora maggioranza nel Parlamento, quindi si può permettere questi colpi di teatro, si può permettere di far la voce grossa e di minacciare a destra e a manca.

Dopo le elezioni, con il 10-12% che porteranno a casa, sarà semplicemente irrilevante ogni decisione presa da questo manipolo di personaggi tragicomici.

martedì 27 novembre 2012

Problemi di trasloco con Fastweb


 
Volete una buona ADSL?
Sognate un collegamento con fibra ottica?
Siete stanchi del monopolista Telecom Italia?
Non vi convince l'altra multinazionale del settore, Vodafone?
Credete che Wind e TeleTu non siano in grado di fornirvi un buon servizio?
 
Anch'io mi trovavo nella stessa situazione e quindi ho scelto Fastweb!
ERRORE!
 
Dopo 4 anni di onesto servizio, con diverse rotture al router fornito in comodato (sempre sostituito), ho cambiato residenza. Da una via di Milano a un'altra via di Milano, eh... non, con tutto il rispetto, in Valcamonica o a Quarto Oggiaro.
 
Viene naturale chiedere il trasloco della linea a Fastweb (che si paga!).
 
Ebbene, dopo più di 2 mesi di attesa e innumerevoli telefonate di sollecito al servizio Clienti, mi dicono di aver sbagliato a compilare l'indirizzo della mia nuova residenza. Soluzione? Rifare tutto l'iter.
 
Riassumendo:
  • devo pagare per l'operazione di trasloco
  • ho atteso oltre due mesi senza rete (più di 70 giorni)
  • ho pagato due mesi di abbonamento senza usufruirne
  • ora dovrei ricominciare da capo la richiesta con fax e l'attesa (potenzialmente infinita)
Non se ne parla!
E ancor più divertente sentire la solerzia con la quale l'operatore mi ha fornito la casella postale di riferimento a cui inviare la raccomandata di disdetta...

Senza parole davvero.

Un consiglio?
Girate alla larga da Fastweb e utilizzate l'ADSL di un altro operatore.
 

domenica 25 novembre 2012

Andrea De Carlo

Con i libri e gli scrittori l'immaginazione è capace di toccare vette assolute: i personaggi, gli ambienti, ma soprattutto lui, l'Autore, quel nome così familiare e così misterioso che occhieggia dalla copertina ogni volta che prendiamo in mano il libro o che resta fisso e immobile sul dorso quando lo riponiamo sullo scaffale.

Poi, com'è successo a me oggi, capita che l'Autore, il preferito, l'unico del quale si vuole comprare un libro non appena lo si vede in libreria senza aspettare l'edizione economica, si trasformi in sangue e ossa in una Coop tra un flacone di detersivo e un cespo di lattuga.

E così ho incontrato, stretto la mano e fatto autografare un libro ad Andrea De Carlo, l'Autore. Un perfetto show man che ha tenuto banco per 20 minuti da solo, vendendo i suoi sguardi e la sua voce ad una cinquantina di Lettori.

Bravo, intelligente, umile e sfrontato. Un vero artista moderno.


lunedì 29 ottobre 2012

Daniela Santanchè

Davvero non si capisce come si possa dar credito, visibilità, peso alle parole e alle posizioni di Daniela Santanchè (e il soprannome di Grillo, Santadechè, è molto buono).
Eppure in queste ultime settimane è tutto un fiorire di interviste, ospitate, come neanche al miglior Scilipoti.

È chiaro che si tratta di una manovra che nasce soltanto dalla volontà di rendersi notabile, desiderata, ricercata.

Perché in così tanti ci state cascando? Perché seguite le folli uscite di questa signora che non ha alcun futuro politico di rilievo, se non tenere movimentata la situazione del "fu" PDL per ancora qualche mese?

In questo i giornali (e Internet, ca va sans dire) sono ancora superiori alla televisione: una pagina dedicata alla Santanchè posso non leggerla e passare oltre con estrema soddisfazione, mentre se è ospite in un talk show non posso far altro che cambiare canale se non voglio sentirla parlare (quindi, caro Lerner, questa sera hai perso uno spettatore).

mercoledì 8 agosto 2012

Rinnovare o attendere? Sembra sia sbagliato comunque...

La crisi del mercato dell'auto europeo è sempre più conclamato. Un saldo netto che vede un -20% rispetto all'anno scorso, confermato mese dopo mese, con una puntualità e una spietatezza senza uguali.

La crisi colpisce soprattutto il mercato europeo, lasciando respirare marchi e mercati extra-europei (così la Fiat, con Chrysler sul suolo statunitense, riesce a mascherare la sua crisi).

Il caso è interessante: come si muovono le Case Automobilistiche? In Europa abbiamo due strategie opposte, quelle di Opel e Fiat.

La tedesca ha rinnovato con continuità il proprio catalogo negli ultimi paio d'anni, sfornando auto e restyling di modelli già esistenti per coprire con prodotti nuovi o rinnovati tutte le fasce di mercato occupate.
La torinese è invece ferma al palo, ha bloccato la messa in commercio di nuovi modelli in attesa di tempi migliori.

Qual è la strategia che è risultata vincente? Nessuna delle due. 
Entrambe hanno perso molto, accumulato debiti e chiuso almeno un impianto di produzione in patria.

Questo spiazza, ci fa sentire impotenti, incapaci di ragionare per trovare una soluzione al problema che affligge migliaia di famiglie di operai e impiegati.

Forse è solo l'ora di cambiare auto...


martedì 7 agosto 2012

Perché non ci liberiamo dalle cose che non usiamo?

Molto interessante questa osservazione che leggo su minimoblog, ripresa a sua volta da uno studio statunitense a proposito della quantità di oggetti che una famiglia americana media possiede.

Per chi abita in città e, volente o nolente, si trova più di una volta nel corso della vita a cambiare appartamento (in provincia succede meno spesso, fidatevi), si sarà ben reso conto di quante scatole siano necessarie per contenere la nostra roba.

Proprio stamattina un traslocatore mi ha detto che, tipicamente, per una casa di 3 stanze sono necessarie 100 scatole per contenere tutto.

Ma vengo al dunque.

La società odierna ci offre centinaia di occasioni per acquistare oggetti: ricorrenze, compleanni, cene, inviti, vacanze, sensi di colpa, una famiglia che vive lontana e che si tiene in vita a colpi di regali, saldi, shopping center, hobby, sport. Qualcuno sarà tanto bravo da resistere nella maggior parte delle occasioni, ma prima o poi capita a tutti di cascarci.
E così accumuliamo, aggiorniamo le nostre appendici tecnologiche, ci procuriamo nuovi oggetti da spolverare (i ciapapolver!), acquistiamo nuovi ricordi da ammirare, ci godiamo nuovi vestiti da indossare.

Non c'è niente di male in tutto ciò, non fatemi passare per moralista.
Quello che manca, però, sono le occasioni nelle quali possiamo liberarci di tutti quegli oggetti che non vogliamo più! L'unico rifugio per questa roba è la spazzatura, ma se un piccolo elettrodomestico funziona ancora dispiace buttarlo, se un vestito è solo fuori moda ma integro dispiace separarsene, ecc.

Insomma, mancano rituali di abbandono, di regalo, di riciclo, di riutilizzo.


domenica 29 luglio 2012

Giorni importanti

Ci sono giorni che non passano mai. Che valgono solo perché vengono prima di qualcos'altro. Che danno fastidio per quanto sono lunghi e intralciano lo scorrere programmato del tempo.

Un'ora segue l'altra, sempre con la stessa durata fisica e scientifica, ma con uno sbalzo di dimensioni soprannaturali nel riflesso dell'anima. Ma non si può scomparire, non si può dormire. Solo attendere.

Torturati dai Social Network e dagli amici che schizzano come particelle impazzite nell'atomo-mondo. Foto di spiagge e di serate in allegria, di riposi solitari o di un pomeriggio sotto un albero in compagnia solo di un libro. E pensi che tutto è meglio di un'attesa snervante di un evento comunque lieto e atteso da 20 mesi.

Meglio che esca a fare due passi, nel caldo bruciante dei marciapiedi che non smettono di eruttare il caldo immagazzinato in ore di sole a picco.

A domani.

mercoledì 25 luglio 2012

Si chiama credibilità, bellezza! (e dovevi pensarci prima)

 Stamattina, durante la trasmissione televisiva Omnibus di La7, Giorgia Meloni ripeteva incessantemente il solito ritornelo, di cui si è ormai appropriato il centro-destra italiano dopo la nomina di Mario Monti del novembre scorso.

"Se Berlusconi avesse proposto al Parlamento e al Capo dello Stato quanto fatto dal Governo Monti, tutto si sarebbe bloccato e non avremmo potuto fare niente!".

Credo che abbia ragione e che nessuno possa negarlo, ma manca secondo me un pezzo fondamentale al discorso: il Governo Monti può proporre e farsi approvare dal Parlamento e da Napolitano questi interventi drastici anche perché ha una credibilità che Berlusconi non aveva.

Una credibilità e una fiducia che il Parlamento gli concede, che il PresDelRep gli concede, che i Capi di Stato stranieri gli concedono. Ci sarà un motivo o sono tutti impazziti?
Si tratta di background, di curriculum, di serietà e di autorevolezza conquistati sul campo, durante una vita di incarichi diversi a tutti i livelli. 

Berlusconi ha ampi meriti nel campo dell'economia italiana, nessuno vuole negare la sua storia di imprenditore di successo (pur con qualche ombra più che sospetta). 

Ma non era e non è un politico credibile. Non era e non è un economista credibile. Non era e non è un Capo del Governo autorevole. Non era e non è tante cose che oggi ci servono come il pane per portare avanti la carretta.

Non era e non è un candidato politico serio adatto a guidare l'Italia fuori dalla crisi, dopo che i suoi quattro Governi non hanno brillato per innovazione, risultati e correttezza.
Non era e non è un candidato politico serio adatto a guidare l'Italia fuori dalla crisi, eppure per il PDL è ancora l'unico candidato possibile.

Mi tremano le ginocchia al pensare a Bersani o Berlusconi impegnati nei colloqui a Berlino, Bruxelles e Washington con i rispettivi padroni di casa.

Una proposta?

Andiamo a votare ad ottobre, per rinnovare un Parlamento ormai risibile e deligittimato, ma che i due schieramenti (no, il Centro non esiste) candidino entrambi a Presidente del Consiglio Mario Monti.

martedì 3 luglio 2012

Google Nexus Q

Succede davvero raramente che Google ci stupisca con qualche nuova periferica hardware. Siamo per lo più abituati a considerare, correttamente, la grande G come un colosso del software, specializzato sul fronte del Web.

Eppure questo Media Player, Google Nexus Q, mi stupisce per almeno un paio di motivi:

  • Costa molto, 299 $, ma è interamente prodotto negli Stati Uniti; probabilmente costa molto anche per questo motivo, ma quest'esempio di autarchia del XXI secolo è interessante. Vedremo chi avrà la forza per seguire questa strada (e parlo sia di produttori sia di consumatori)


  • Il primo "deejay distribuito"; questo media player risolve una delle più annose questioni da affrontare quando si partecipa o si organizza una festa: quale musica metto? Con questo nuovo Google Nexus Q la musica si manda in streaming direttamente dal proprio smartphone: si creerà quindi una playlist dinamica alla quale ognuno potrà aggiungere la musica che possiede sul proprio telefonino. La trovo un'idea bellissima!


giovedì 21 giugno 2012

Il trucco della Risurrezione di Gesù

Interessante questa ipotesi buttata sul tavolo da Haim Baharier che spiega, in termini umani, come sia stato possibile creare il mito della Risurrezione di Gesù.

La scena la conosciamo tutti: Ponzio Pilato davanti a una folla vociante, in occasione di una ricorrenza in cui i Romani erano soliti liberare un prigioniero d'Israele, chiede al popolo chi debba liberare tra Gesù e Barabba.

Secondo i Vangeli, la storia prosegue con il popolo che urla "Barabba!" e la seguente messa a morte di Gesù.

Mi sono sempre chiesto come mai il popolo avesse voluto la liberazione di Barabba, un criminale reo confesso, piuttosto che Gesù, tutto sommato una persona innocua e amata, ma mi è sempre stata data la spiegazione che la folla fosse stata sobillata dalle autorità religiose ebraiche affinché togliessero di mezzo quel Giudeo che si proclamava Figlio di Dio.

Ora, Baharier sottolinea che Barabba, anzi Bar Abba in aramaico, significasse Figlio del Padre. Ecco quindi che in realtà il popolo avrebbe liberato proprio Gesù, chiamandolo Bar Abba. Perché è chiaro che il popolo - per quanto bue - come avrebbe potuto decidere di liberare un criminale sanguinario? Sarebbe come se gli Italiani, a un referendum, votassero per la liberazione di Totò Riina. Non ha senso.

Quindi il popolo ha chiesto la liberazione di Bar Abba che, inaspettatamente, si salva dalle grinfie dei Sacerdoti che lo avevamo consegnato ai Romani con in mente decisamente un altro finale! Tanto inaspettatamente si salva, che qualcuno inizia a dire che Gesù si è salvato dai Romani, si è salvato dai Sommi Sacedotir, si è salvato dalla tortura e dagli interrogatori. Insomma... è risorto!

domenica 17 giugno 2012

Ginocchia sbucciate


Bisogna imparare ad andare con i roller, e io so andare giusto dritto, in avanti e con poco traffico.
Quindi i parchi cittadini sarebbero da scartare subito. Invece ci provo.

Tra rametti caduti in queste settimane di mal tempo, asfalto rovinato dal freddo inverno, tombini sparsi a caso sul nastro d'asfalto, orde di bambini impazziti in bicicletta, runner impegnati nel loro record personale... è complicato!

Eppure è bello tornare a casa con le ginocchia e i gomiti un po' sbucciati, con quel calore che sale dalle parti piene di graffi, con il gusto di nascondere agli altri che si è stati birichini.

Stamattina sull'asfalto del parco sono tornato bambino. Si era capito?

sabato 16 giugno 2012

Trasloco


Oggi iniziano ufficialmente le operazioni di trasloco (del primo dei due traslochi previsti nei prossimi 3 mesi): cartoni di recupero, nastro adesivo su ogni dito, ritrovamento di oggetti spariti da anni, selezione di cosa valga la pena portare con sè in una nuova vita, borse ricolme di cose sostanzialmente inutili, braccia segnate dal trasporto di oggetti pesanti...

Meno male non ho mobili da smontare e da portare con me. Solo suppellettili.

sabato 2 giugno 2012

Non si parlano in azienda...


I ragazzi di Google devono avere qualche problemino con se stessi: com'è possibile che una loro notifica di Google+ mi arrivi dentro la casella di spam di Gmail?

E addirittura col messaggio "It contains content that's typically used in spam messages". 

Questo è un grosso problema con cui tutti coloro che lavorano in grosse organizzazione si scontrano ogni giorno: una Direzione non comunica con le altre, le decisioni di un Dipartimento non escono dal perimetro del loro palazzo... e gli esempi potrebbero continuare.

Condivisione e comunicazione sono d'obbligo, non solo verso il cliente esterno, ma anche verso quello interno.

domenica 15 aprile 2012

Groupon fa bene al commercio italiano


Si susseguono articoli come questo che puntano il dito verso Groupon, reo di mettere in difficoltà i commercianti che ne fanno uso perché dà loro troppi clienti (!), colpevole di creare disagi agli utenti perché fanno fatica a prenotare quanto acquistato (?), messo sotto accusa dagli organi di governo della Borsa americana per errori di contabilità e bilancio (non ci siamo abituati...).

È sempre interessante ascoltare le opinioni di tutti (oppure anche no), quindi diamo spazio anche alla replica dell'ufficio stampa di Groupon: Definire un fiasco un business da 492,2 milioni di dollari con 33,7 milioni di utenti attivi in tutto il mondo forse è un po’ eccessivo.


La mia tesi è che Groupon stia facendo bene al commercio, ma ancora di più ai commercianti. Mi spiego. Con Groupon si acquistano prodotti e servizi a prezzo scontato, allargando così la cerchia di clienti che possono permettersi di usufruire di qualcosa altrimenti al di fuori della loro portata. E, si sa, se una cosa piace, si faranno sacrifici per riaverla.


Ecco quindi che schiere di clienti passano dallo stato di "potenziale" allo stato di "sponsor" per quel prodotto o servizio: eccitati da quanto provato, non potranno fare altro che vantarsi coi propri amici dell'affare che hanno fatto, invogliandoli (e invogliandosi) a ripetere la propria esperienza.

Ed è proprio qui che sta la grande occasione per tutti i commercianti messi sotto pressione in questo periodo economico recessivo. Perché i clienti di Groupon non cercano un prodotto/servizio di scarso valore e a basso costo, ma un prodotto/servizio di alto livello a un prezzo inferiore.

Non vanno in cerca di prodotti/servizi di scarso livello qualitativo che, lo sappiamo tutti, innescano una guerra dei prezzi fratricida, con la conseguenza di abbassare il livello qualitativo del prodotto stesso per rimanere sul mercato; al contrario: in una congiuntura difficile, godono di un prodotto/servizio al quale torneranno di certo non appena la situazione migliorerà e potranno permetterselo!

L'occasione è quindi grossa per voi, cari commercianti, per uscire dall'indignazione generalizzata, per essere orgogliosi del vostro lavoro, per guadagnare una platea di potenziali clienti nel prossimo futuro, per tentare di meritarsi la sopravvivenza. Non sprecatela con un servizio svogliato, frettoloso e insufficiente.

sabato 7 aprile 2012

Che usino i soldi come vogliono


Capisco benissimo la delusione di coloro che votano o hanno votato Lega (Nord, Lombarda, Veneta, Ecc.) sulla spinta di un sentimento ingenuo e genuino di chi sentiva che l'amministrazione pubblica fosse troppo lontana dal proprio territorio. Perché il sentore dei molti padani, in fondo, era solo quello, tutto il resto è folklore.

Detto questo, da non interessato nelle vicende leghiste, mi chiedo: ma che ci importa di come spendono i "loro" soldi? I fondi dei militanti se li gestiscano come vogliono, i fondi dei "rimborsi elettorali"... anche. Tanto mica tornano indietro in ogni caso.

Dovrebbero spenderli per avere una sede del partito migliore? Oppure per aumentare la frequenza degli spot e delle affissioni in campagna elettorale? O per migliorare il quotidiano o la radio di partito? Mah...

Io ero già scandalizzato che il figlio di Bossi fosse nel Consiglio Regionale della Lombardia, senza alcun merito pregresso o alcuna gavetta politica. Solo per volere di lista bloccata. Già quello, fossi stato un iscritto o un simpatizzante della Lega, mi avrebbe fatto capire che il vento era cambiato, che il nepotismo e gli altri peccati della politica avevano contagiato anche la presunta verginità (?) dei padani.

Togliamo questi benedetti "rimborsi elettorali" o mettiamo la regola che "quello che non spendi ce lo ridai" e siamo a posto, no? Ma già sento le risate nei corridoi di Montecitorio e Palazzo Madama...

giovedì 9 febbraio 2012

Il viaggio come riflessione

Sono una persona poco propensa a viaggiare, a spostarsi, a mettersi in marcia. Sarà che ho poche occasioni per farlo (ma nemmeno me le procuro).

Quando mi capita di pernottare fuori casa mi accorgo però di quanto sia interessante farlo. E non parlo "solo" dell'enorme quantità e qualità di cose da vedere, di persone da incontrare, di cose da fare, di sentimenti da provare.

Quello che più caratterizza uno scostamento dalle abitudini consuete è lo spazio di riflessione che si apre nei momenti intermedi, quelli tra l'uscita e il riposo, tra il pomeriggio e la sera. Gli interstizi.

Perché si è lontani dalle cose familiari e quindi ci si mette lì e si pensa, non distratti da nessuna delle attività della routine quotidiana. Che atti straordinari il pensare e il riflettere. Elaborare strategie, incamerare nuovi volti e persone e modi di dire. Farlo con tanta foga che non si riesce - è questo post ne è un esempio - ad articolare le frasi, così che venga giù un fiume di coordinate, appoggiate in forma instabile le une alle altre.

Per prendere il pensiero prima che sfugga, come rugiada dal petalo allo spuntar del sole.

venerdì 3 febbraio 2012

Mario Monti: che monotonia il posto fisso tutta la vita

Come si fa a non essere d'accordo con Mr. Mario Monti: I giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Del resto, diciamo la verità, che monotonia un posto fisso per tutta la vita. 




Certo, detto da uno che è dipendente pubblico, in quanto Professore Ordinario, dal 1969, a partire dall'età di 26 anni...  Pernacchia?

domenica 29 gennaio 2012

Abbiamo bisogno di darci una speranza!

Ognuno di noi sceglie uno o più quotidiani da leggere/sfogliare e uno o più settimanali o periodici o mensili da leggere/sfogliare.
Acquistare un mazzo di fogli stampati è sempre stato un modo di classificare le persone, dargli un voto e una connotazione politica.

E così tento di sfogliare quanti più giornali mi capitano ogni giorno sotto tiro (perché lo ammetto, difficilmente vado in edicola ad acquistarli), inorridendo per titoli inammissibili, deprimendomi per l'ennesima inchiesta, andando avanti-veloce sulle pagine che cavalcano l'onda popolare.

C'è invece un magazine snobbato da molti, specialmente negli ambienti più tecnici e social, l'ormai non più giovane Wired, che pur in un tripudio di articoli inutili, riesce a trasmettere carica, energia, voglia di fare, voglia di guardare avanti. Ce n'è un gran bisogno.

Una rivista che apre le porte sul mondo intero, che non risuona solo di discorsi di palazzi del potere e di piazze invase da manifestanti urlanti, che riesce a scovare la piccola storia e la rubrica satirica in grado di divertire e accendere una piccola lampadina nel cervello.

Coscienza che molte cose nel mondo non funzionino l'abbiamo presa in molti, ok? Credo sia venuto il momento di proporre un'alternativa. Ce n'è un gran bisogno.

mercoledì 18 gennaio 2012

I tablet non sono PC!

Le analisi di mercato che si susseguono negli ultimi mesi sono indecise su come considerare il "fenomeno tablet": a volte sono incorporati nelle statistiche di vendita dei PC, a volte no, con conseguente ingiustificata confusione e titoli altisonanti senza significato.

Questo di Business Insider raggiunge vette notevoli:

Why include the iPad as a PC? Because it can do just about everything a PC does. It killed the netbook, which is counted as PC, so we think it should count.

Primo: un tablet difficilmente si avvicina alle funzionalità avanzate di un desktop/notebook. Secondo: se dovessimo seguire il ragionamento di "sostituzione", le automobili dovrebbero contarsi tra le carrozze vendute, gli abbonamenti per la pay-per-view tra i biglietti di cinema e teatro e gli SMS tra i telegrammi.

Dico quindi la mia: un computer "tradizionale" (notebook, netbook, desktop) monta un sistema operativo specificatamente sviluppato per esso. I tablet odierni hanno qualcos'altro, un sistema operativo specifico con funzionalità specifiche. Ecco perché secondo me rientrano in un mercato a sé stante.

Incoraggiando il ragionamento di Business Insider, inoltre, chi ci vieta di inserire anche gli smartphone all'interno del mercato PC?

mercoledì 11 gennaio 2012

I reporter di guerra

Oggi in Siria è morto un reporter, il francese Gilles Jacquier di France 2.

E, personalmente, provo sensazioni contrastanti di fronte ad avvenimenti tragici di questo tipo, sempre in bilico tra la rassegnata accettazione e un certo grado di malcelata rabbia.

Solo chi si è trovato coinvolto in tumulti di piazza o da stadio può figurarsi la follia che prende corpo e infiamma le menti di centinaia di persone contemporaneamente, mettendole violentemente e senza apparenti ragioni "valide" le une contro le altre.

L'accettazione deriva dal pensare che, beh... si tratta di una guerra, chiaro che qualcuno ci sbatta il muso, se poi non c'entri niente e ti ci vai a ficcare... sei ben conscio delle conseguenze che puoi portare a casa.
La rabbia sgorga dalla gratitudine per queste persone che, al di là delle motivazioni personali che li hanno spinti lì, ci informano sui crimini e le assurdità perpetrate in quei momenti; perché voglio vederli in faccia, dopo, quelli che "abbiamo solo ubbidito agli ordini".

Quindi... grazie Gilles per quello che hai fatto, anche se mi spiace che la tua passione ti abbia condotto alla morte. Ma sono convinto che, in fondo, se avessi voluto arrivare a 100 anni, avresti fatto altro.

lunedì 9 gennaio 2012

I riti di passaggio (che forse ci sono ancora)

Si dice spesso che al giorno d'oggi non esistono più i riti di passaggio verso l'età adulta.

Non più l'uscita da casa dei genitori; non più l'ingresso sempre più ritardato nel mondo del lavoro; non più l'esame di maturità oggi affidato alle commissioni interne; non più la leva militare, prima ammorbidita nella durata e poi eliminata del tutto.

Probabilmente l'unico evento davvero traumatico che ci spinge a tutta forza in prima linea, ci fa sentire un po' più soli e con un grande peso sulle nostre spalle è la perdita di un genitore. Per la mia sensibilità, in misura maggiore se si tratta del padre, ancor oggi spesso il collettore di tutta una serie di pratiche burocratiche e amministrative.

Ho visto proprio in questi ultimi giorni un caro amico stare lì, pronto a prendersi molte responsabilità, fiducioso di sé e con la scorza durissima di fronte al freddo della vita che ti entra nelle ossa. Circondato da donne incredibili, ognuna con i propri problemi, ma che insieme sono una forza della natura.

Forza C.