venerdì 26 febbraio 2010

Il vero volto del presidenzialismo americano

Troppo spesso ci si riempie la bocca ammiccando verso gli USA come modello da prendere ad esempio per riformare lo Stato italiano secondo un indirizzo presidenzialista. E questo per risolvere in maniera più rapida i problemi dell'Italia, troppo spesso affossati nei gironi danteschi del Parlamento e del Senato. Sembra però abbastanza chiaro che in realtà il vero obiettivo è l'accentramento di maggior potere nelle mani di una persona sola.

Il problema vero è che gli Stati Uniti sono il peggior esempio da portare: in realtà il President americano ha le mani ben legate di fronte alle Camere del Congresso. Forse i nostri politici hanno visto molti film, ma l'immagine di un uomo che arriva, guarda, decide e mette in pratica è lontana dalla realtà.

Un esempio: com'è possibile che Obama, forte di un ampio consenso e ben visto dall'opinione pubblica interna e internazionale non riesca a far approvare una riforma come quella sanitaria che ha l'unico effetto di far del bene al Paese?

Bisogna sforzarsi un po' di più per capire come funziona il mondo. Siamo stanchi di stereotipi buttati sul tavolo per ingannare le persone.

giovedì 18 febbraio 2010

We Are The World 25

Dopo la tragedia che ha investito Haiti il mondo della musica ha fatto quello che fa di solito in queste occasioni (e che in fondo è giusto che faccia: sono cantanti, no?): ha inciso una canzone. E si sono presi il rischio di fare una cover del pezzo "umanitario" per eccellenza, cioè We Are The World.

Alcune considerazioni sparse:
  • mi è piaciuto (ma è da veri ruffiani) lasciare un unico pezzo cantato, e l'inquadratura nel video, della canzone originale: che ve lo dico a fare, il pezzo con Michael Jackson;
  • il parterre intervenuto è di tutto rispetto: bello che ci siano pochi (o nessun?) dinosauri del rock/pop. Il mondo va avanti per fortuna;
  • all'inizio disturbante il pezzo hip-hop inserito: ma in fondo è giusto così, rimaniamo al passo coi tempi;
  • bello l'inserimento di Santana e il settoriale intervento di "unghia azzurra" Orianthi.

martedì 2 febbraio 2010

Lo sviluppo dei videogiochi

Ormai non è più una sorpresa per nessuno: il comparto videogames ha superato quello del cinema considerando il fatturato (anche se quest'anno Avatar spariglierà le carte). La compenetrazione dei due mondi è poi ormai irreversibile e sempre più accentuata (e anche qui tiene banco Avatar come fulgido esempio).

Perché parlo di videogames però? Perché ascoltavo un interessante episodio del podcast Tecnica Arcana e volevo appuntarmi questo pensiero che è emerso in trasmissione.

Lo sviluppo dei prodotti videoludici degli ultimi anni ha seguito due direttrici principali: grafica & intelligenza artificiale.

Mentre sul primo fronte i passi avanti sono stati clamorosi, specialmente sul versante pc rispetto ai prodotti per console, per quel che riguarda le capacità di gioco dei personaggi sintetici (grazie Riccardo Berta per avermi fatto conoscere questa definizione) siamo quasi a un punto fermo. Questo è abbastanza evidente: prendete in mano un qualsiasi videogame e non noterete grosse differenze riguardo a questo aspetto rispetto a 5 anni fa.

Un motivo in effetti c'è: la direzione verso cui punta l'interazione nei giochi è tutta in rete, con giochi, mondi e avventure online. Ergo, giocatori reali, in carne e ossa, intelligenti (beh... nella media almeno). Ed ecco quindi che la necessità di sviluppare avversari sintetici "realistici" è venuta meno (non del tutto ovvio).

Detto così sembra ovvio, ma non ci avevo mai pensato.