martedì 29 dicembre 2009

Paulo Coelho regala 2 libri (e mezzo)

Credo di non aver mai letto niente di Coelho, forse intimorito dai racconti di amici/amiche e dalle pile di volumi presenti in tutti i supermercati (noi lettori siamo anche un po' snob, lo sapete).

Questa iniziativa credo sia da diffondere: 2 libri (e un'orrenda presentazione) sono disponibili a questa pagina del sito dell'autore scaricabili gratuitamente in italiano come in molte altre lingue.

Un po' di pubblicità a costo zero per lui e pagine da leggere per valutare se dare fiducia a questo "nome" molto conosciuto quando sarà l'ora di mettere mano al portafogli per tutti noi.

Recensione: Nick Hornby - Come diventare buoni


Anche Nick Hornby cresce, e si affranca dal ruolo di ragazzo cresciuto che parla solo di musica e calcio: qui va in scena un dramma matrimoniale!
Ma non c'è da temere, perché se la vicenda può sembrare da sceneggiato televisivo (tradimenti e amanti, incomprensioni con le moglie e i figli, i vicini di casa simpatici o scontrosi, etc...), dietro la macchina da pres... ehm... da scrivere si cela il solito sarcastico, nervoso, caustico, sottile scrittore che tutti conosciamo.
Non mancherete di sentirvi parte della vicenda, prendendo a turno le parti del marito (David) e della moglie (Katie), seguendo la linea di sentimento tracciata proprio per questo motivo dallo scrittore.
Libro consigliato per una decina di ore piacevoli in compagnia degli stilemi di un vecchio amico inglese. Un unico punto debole: nel mio cuore il tema "new age" ha nella letteratura italiana (di consumo) moderna un paragone irraggiungibile (probabilmente solo per affetto e non per valore letterario), Uto di Andrea De Carlo.

lunedì 30 novembre 2009

Odiamo la politica, ma...

In ogni discorso, tesi, supposizione, pensiero o articolo di giornale (dal Corriere della Sera al foglio di quartiere) la politica è sbeffeggiata e irrisa, considerata alla stregua di un virus o di un'infezione da tenere alla larga.

Chissà però perché, appena se ne presenta l'occasione, il politico ritorna al suo status di garante e gradito ospite di qualsiasi manifestazione.

Esempio. Ho appena ricevuto una newsletter dall'Associazione Culturale Multimediale "Indipendentemente" che tira le somme della giornata di premiazioni della XII^ edizione del Premio di Poesia "Dipende - Voci del Garda". Un estratto:
Oltre alle numerose e gradite partecipazioni politiche, le sale del Teatro Alberti di Desenzano del Garda lo scorso 29 novembre hanno accolto decine e decine di poeti, insieme ad un pubblico colto e interessato alle dinamiche culturali del Garda.
Quella posizione di rilievo, quegli aggettivi di maniera e "dovuti" mi riempiono di rabbiosa indifferenza.



domenica 29 novembre 2009

Le canzoni italiane...

Mi chiedo spesso se ascoltare musica italiana non sarebbe meglio rispetto ad anglofonie in musica di mezzo mondo: capirei al primo (massimo secondo, dai) ascolto tutte le parole del pezzo, ne capirei (quasi) tutti i riferimento storici, sociologici e culturali citati, potrei con meno sfregio cantarne qualche ritornello sotto la doccia e mille altre ragioni simili.

Eppure accade spesso di sentire versi di canzoni talmente inaccettabili sotto ogni punto di vista - per forma, contesto e contenuto - che alla fine sono contento di capire spesso molto poco della musica pop che ascolto.

domenica 22 novembre 2009

Il bug dell'anno 2038

Io adoro Wikipedia perché è davvero una fonte di informazioni sterminata al limite dell'incredibile. Perché un giorno, per caso, ti trovi di fronte ad articoli come questo sul bug dell'anno 2038 e ti (o mi?) metti a pensare che...
  • ... chissà dove/come/con chi sarò nel 2038? (di sicuro avrò un sacco di anni)
  • ... il problema non si pone perché i sistemi operativi sono ormai tutti proiettati verso i 64 bit (o addirittura 128 bit?)
  • ... perché non ci hanno pensato al momento della progettazione? Forse già pensavano al 2012.
  • ... la domenica mattina potrei impegnarla più proficuamente.
  • ... chi dice di non avere niente a cui pensare o nessun interesse (quanti amici avete che ciondolano per il mondo senza stimoli?) deve avere qualche problema, perché la conoscenza umana ha talmente tante ramificazioni da dare a tutti qualcosa su cui far divertire il proprio intelletto.

venerdì 20 novembre 2009

Responsabilità... degli altri

C'è una frase che sento dire abbastanza spesso e che, secondo me, rappresenta in pieno il pensiero comune (italiano, ma non solo):
Tutti si assumano le loro responsabilità
Oggi l'ha detto un ministro italiano, e forse anche correttamente, ma  il più delle volte è uno splendido modo per chiamarsi fuori dai problemi.

Tutti si assumano, capite? Corretto sarebbe assumiamoci tutti, altrimenti chiamarsi fuori dal "tutti" è il solito modo di gettare fango sugli altri facendo la figura di quelli a posto con la coscienza e con il lavoro.

Un po' come quelli che spostano sempre il problema (il problema è a monte) al di fuori delle loro possibilità, facendo la figura degli innocenti senza neanche faticare troppo. Ma di questo parleremo un altro giorno...

lunedì 16 novembre 2009

Il carisma (?) di Steve Jobs: Stay Hungry. Stay Foolish.

Steve Jobs, CEO di Apple, anima di Apple, cuore di Apple, forza motrice di Apple, ha tenuto un (celebre?) discorso ai laureati classe 2005 di Stanford. Questi tutti i riferimenti:
Prima di qualsiasi altra considerazione, è necessario sapere che il misticismo che lo permea è dovuto alle condizioni di salute di Jobs dal 2004, vittima di un tumore prima e di un trapianto di fegato poi.

C'è chi lo considera un grande discorso, ispiratore, trascinante. Io non la penso così. Quella che viene,  secondo me, messa in luce è l'assoluta arbitrarietà della vita, impossibile da imbrigliare, decifrare e indirizzare. Si viene incoraggiati a seguire il proprio istinto, sicuri che prima o poi ogni esperienza verrà messa a frutto, non si sa in che modo. Lascia intendere che, da parte di Jobs, non ci sia alcuna vision aziendale, e questo è da sciagurati in qualsiasi aspetto della vita.

Che il segreto di tutto sia di essere l'uomo giusto al posto giusto al momento giusto? Un filo di caparbietà, un pizzico di fiducia nei propri mezzi, quanto basta di sfrontatezza: probabilmente è solo questa la ricetta giusta.

domenica 15 novembre 2009

La mia impronta nel mondo

Volevo vivere per la felicità di tutti, per scoprire e predicare la verità... [...] E qual è il risultato? Niente! Il risultato è che mi disprezzate! Quindi sono uno stupido, quindi sono un essere inutile, quindi per me è ora! E non ho saputo lasciare nessun ricordo! Non un'orma, una traccia, un'opera, e non ho diffuso nessuna idea!... Non ridete di uno stupido!

Chi non l'ha mai pensato di se stesso (in toni meno drammatici, ovvio)? Passati i 30 anni credo che diventi dura lasciare un'impronta pop/rock: diventa necessario "salire qualche gradino," perché la spontaneità, il furore e l'urgenza della giovinezza sono ormai svanite lasciando solo un'ombra nel ricordo.

Temo però che un blog, per quanto amato, non rientri tra queste possibilità: qualcuno vuole collaborare con me allo studio di un'idea che saprà stupire il mondo? 

sabato 14 novembre 2009

Lasciami entrare: recensione

Un altro film che tratta di vampiri. Un altro film tratto da un bestseller. Un altro film ambientato nelle nevi (perenni?) della Scandinavia. Queste le premesse, nient'affatto buone. Eppure pollice alto a fine serata, come il Fonzie dei tempi migliori, dopo la visione di Lasciami entrare, pellicola diretta da Tomas Alfredson.

La trama potrete trovarla ovunque in rete, quindi, se siete capitati per caso su questa pagina, dovrete accontentarvi delle mie impressioni.

Ogni volta che guardo un film estraneo al mondo degli studios statunitensi, mi rendo conto della potenza espressiva che può avere una vicenda narrata sullo schermo, di quale sottili ambiguità si può disseminare un racconto (filmico), quante possibilità narrative (con un senso) si possono comprimere in poco più di 100 minuti di immagini.

Vampiri sì, ma tristi e derelitti quasi come un disoccupato che vive in una periferia qualsiasi. Immortali sì, ma con tutto sommato poca voglia di esserlo visto il costo (umano e materiale) che comporta. Superiori sì, ma desiderosi di un calore umano impossibile da dimenticare.

Oskar e Eli, potenti stereotipi del loro personaggio (un bambino biondissimo e un vampiro diafano ed efebico), eppure così vicini a noi e tra loro.

Visione consigliata, prima di venire fagocitati dal remake che Matt Reeves sta preparando per Hollywood e per gli schermi dei multisala di tutto il mondo.

venerdì 13 novembre 2009

Il paese del crocifisso: leghisti a Beverly Hills


Io ho questa debolezza: adori i film e i telefilm adolescenziali. Lo so che hanno sempre le stesse vicende, ma è più forte di me. Qui però il discorso è un altro.

Ieri ho visto l'undicesimo episodio della prima stagione del serial 90210, remake dello storico Beverly Hills 90210, intitolato Il ritorno del figliol prodigo. Quello che mi ha stupito è il fatto che il figliol prodigo appariva nel telefilm negli ultimi 10 secondi della puntata, tutta incentrata invece sugli sgarbi delle nemiche/sorelle/amiche protagoniste. E inoltre non si trattava di un figliol prodigo, ma del solito figlio avuto anni prima e tenuto nascosto dalla madre (semplifico).

Il titolo originale è, naturalmente, più attinente alle vicende narrate, cioè That Which We Destroy. Perché noi dobbiamo sempre buttare tutto sul religioso?

E che dire dell'episodio San Valentino che in originale è Of Heartbreaks and Hotels?

giovedì 12 novembre 2009

La televisione non è il posto adatto

Ieri sera ho guardato Exit, trasmissione d'informazione (talk show, per dirla nel modo moderno) dedicata in parte all'influenza A, H1N1 (apprezzabile) e in parte a un one man show con il ministro Brunetta (apprezzabile).

Al di là dei contenuti, della moderazione tentata (e non sempre riuscita) dalla conduttrice Ilaria D'Amico, dagli ospiti (più o meno illustri), mi sono reso conto di una cosa: in televisione i dibattiti non funzionano.

Perché ci si barcamena tra gli estremi Baraonda Vs. Soliloquio, non riuscendo mai ad arrivare a un corretto equilibrio tra completezza dell'informazione e confronto dialettico: o ci si parla sopra o si pretende assoluta libertà di parola e di intervento.

Quindi: i giornali non funzionano (troppo asincroni), la televisione non funziona (troppo sincrona). Che anche in questo caso Internet sia la soluzione migliore?

martedì 10 novembre 2009

Editoria Elettronica 2.0: la dolce (e amata) fine della fisicità dei libri

Stiamo andando alla deriva in un mare tempestoso, navigando tra contenuti di scarso valore pubblicati con scarsa fatica.

Il discorso si fa interessante per la prossima - successiva e vicina nel tempo - fase di editoria elettronica (ancora una volta, a basso costo e a basso interesse), come leggo sul blog di Sandrone Dazieri: io credo che tutto questo feticismo per la carta dei libri andrà scomparendo, così come è scomparso (puff!) l'amore per la fisicità della musica registrata.

E sarà molto bello così: la musica è ormai diventata bella in sé e non per lo splendido packaging del suo vinile; piace all'ascolto, non allo sguardo. Spero che la strada venga ripercorsa dai libri, che non saranno più belli perché hanno un'edizione di lusso, ma perché lasceranno nella mente e nel cuore emozioni e nozioni.

domenica 8 novembre 2009

de "La riforma sanitaria americana" (CNN come Studio Aperto)



Diciamocelo, abbiamo mille pregiuidizi riguardo alla stampa italiana: servile, schierata, leggera, poco informativa.

Stanotte, apprendo dall'account Twitter di Obama, si è svolta una votazione storica a proposito di uno dei proclami elettorali di Obama, quello sulla riforma sanitaria: vittoria per 220 a 215.

Vado quindi subito a cercare sui siti italiani (Corriere e Repubblica sono i miei riferimenti per le notizie di "quantità") e non trovo una riga in prima pagina. Armato di buona volontà vado quindi a cercare su un paio di siti di news americani: quella che vedete in alto è l'homepage di CNN.com.

Notate niente? Il titolo principale, cioè centrale, è "Too young for social-networking sites?", mentre di spalla sulla sinistra il risultato della votazione per la riforma sanitaria.

E così, mentre Obama esulta Health Care Reform Passes!!! 220 to 215, gli americani sono invitati a ragionare sui social network e sui pericoli dei più giovani che vi si affacciano. CNN come Studio Aperto...

domenica 2 agosto 2009

Antonio Socci: perché Repubblica strattona la Chiesa?

Leggo con stupore questo articolo di Antonio Socci dal suo sito (non lo considero un blog perché i commenti sono chiusi: niente dialogo, niente status di "blog", anche se lui lo chiama così).

Io capisco che l'editore "tira" il pensiero dei propri giornalisti, Libero in questo caso, ma vorrei spiegare a Socci perché non sono d'accordo con lui e perché secondo me non ha capito bene la situazione (o forse l'ha capita bene, ma non vuole disturbare il padrone di casa).

Repubblica non vuole la condanna cattolica di Berlusconi. In questo ha visto bene Socci, ché Repubblica non è un baluardo del cattolicesimo. Vuole la condanna dell'ipocrisia di Berlusconi.

Berlusconi ha voluto prendere il posto della Democrazia Cristiana nello schieramento partitico italiano: si è schierato apertamente a favore di tutte le battaglie cattoliche, famiglia, figli, aborti, adozioni, valori morali, pur sapendo di non essere d'accordo con essi, o per lo meno dimostrando che la fatica per seguirli era troppa per lui.

Credo sia tutta qui l'indignazione di una parte del Paese, riassumibile nel do as I say, not as I do. Nessuno ce l'ha con Berlusconi (anzi, molti lo invidiano). Semplicemente gli si chiede coerenza e rispetto per i sacrifici che chiede agli altri.

EDIT:
Dopo l'articolo di stamattina mi ero dis-iscritto dalla newsletter di Socci (ho il vizio di lasciare il mio indirizzo a destra e a manca... sono curioso), ma dopo questo pezzo ho salutato anche il feed RSS del sito:
Berlusconi è corazzato da quel Gigante che attraversa le pagine dei Vangeli e che è la Misericordia fatta carne. Non è “protetto dai preti” (per qualche losco interesse), ma da Gesù stesso (come ciascuno di noi peccatori).

Freddure #00

Due ragazze.
- Io non mi metterò mai con un giardiniere!
- Perché?
- Perché ho paura di essere piantata!

Recensione film: Twilight

Hai appena finito di guardare un film, questo film, Twilight (film, regista, romanzo), consapevole di aver gettato per un paio d'ore lo sguardo sul mondo dei (molto) giovani e ti ritiri con la sensazione di non essere più parte di quel mondo.

Alcune cose annotate:
  • La protagonista, Isabella Swan, detta Bella (che a Roma deve suonare meglio che in qualsiasi altra parte del mondo) agisce in maniera incomprensibile: non perché si innamora di un vampiro, ma perché lo fa al primo secondo in cui lo vede con un'intensità da film a luci rosse.
  • La sceneggiatura non è proprio il massimo della coerenza né Inserisci linkdel tratteggio psicologico, soprattutto dei compagni di scuola di Bella che vengono presentati come le tipiche macchiette da liceo californiano (peccato che qui siamo a Forks, un paesino da 3.200 abitanti sulle sponde dell'Oceano Pacifico vicino a Seattle con una scuola e un ballo di fine anno da istituto svizzero privato di classe).
  • L'inseguimento del segugio mi è piaciuto, sono stati 20 minuti di buona tensione; quasi quasi mi affezionavo alla protagonista. Finale dell'episodio surreale e fin troppo facile però.
  • La fotografia è buona: insomma, se il budget a disposizione era limitato, diciamo che l'elicottero se li è guadagnati tutti i suoi soldini.
  • Si tratta di un cliché ormai collaudato, ma la scelta di usare colori freddi per la pellicola ci sta tutta e ben si adatta all'ambiente, alla vicenda e ai personaggi.