sabato 6 luglio 2013

Perché andare in libreria? Io non ci vado più...

Oggi, dopo parecchio tempo, sono tornato ad affacciarmi in libreria: non perché avessi smesso di leggere, ma perché il libro elettronico e i negozi online hanno cambiato la mia vita di lettore.

Ma approfittando della splendida giornata estiva e del primo giorno di saldi che ha riportato per strada molta gente in una Milano estiva già semideserta, ho voluto farmi un giro in una libreria specializzata in libri usati.

Di fronte a intere pareti coperte di libri, salendo e scendendo dalle scale per guardare i titoli fino al decimo ripiano, mi sono reso conto che non avevo nessuna voglia di leggere quello che c'era in esposizione. Sì, un libro l'ho comprato, ma solo perché mi era stato consigliato da un amico - oddio, un amico forse è troppo.

E non è colpa del personale del negozio, che sono sicuro che se l'avessi interpellato mi avrebbe sciorinato decine di titoli interessanti, ma... perché avrei dovuto fidarmi? Un libro occupa 30 ore di vita, non una e mezza come un film o un disco, quindi la scelta va soppesata con attenzione. E oggi non è difficile entrare in contatto con persone con gusti affini o totalmente diversi da cui farsi ispirare, soprattutto al di fuori del negozio. Poi si va su un sito, si clicca e si compra l'(e)libro. Il contenuto è lo stesso. La qualità è la stessa. Volendo, anche l'oggetto è lo stesso.

Un'ora in libreria non aggiunge niente alla mia esperienza di lettore e di Cliente, neanche se all'interno c'è l'aria condizionata, un incontro con l'autore o un bar che serve cappuccini. Quello che conta, e sono parole abusate, è lo scambio di idee con le persone che possono indirizzarmi su un autore, su un titolo o tenermi lontano da trappole innescate dalle case editrici. Solo quando una libreria mi fornirà un punto di ritrovo fisso in cui coltivare un gruppo di lettura potrò pensare di entrarci di nuovo per acquistare.

Anche se poi penso che dovrei andarci fisicamente quando ci sono gli incontri e che spenderei più soldi. No, forse è meglio non promettere nulla. Il gruppo di lettura è ormai online o nei posti che già si frequentano quotidianamente (ufficio, bar, ecc.), che siano formati da amici o meno.

La librerie, intese come negozi in cui si vendono libri e tutto quello che è collegato ad essi, per quel che mi riguarda, non hanno ormai alcun senso di esistere.