giovedì 9 febbraio 2012

Il viaggio come riflessione

Sono una persona poco propensa a viaggiare, a spostarsi, a mettersi in marcia. Sarà che ho poche occasioni per farlo (ma nemmeno me le procuro).

Quando mi capita di pernottare fuori casa mi accorgo però di quanto sia interessante farlo. E non parlo "solo" dell'enorme quantità e qualità di cose da vedere, di persone da incontrare, di cose da fare, di sentimenti da provare.

Quello che più caratterizza uno scostamento dalle abitudini consuete è lo spazio di riflessione che si apre nei momenti intermedi, quelli tra l'uscita e il riposo, tra il pomeriggio e la sera. Gli interstizi.

Perché si è lontani dalle cose familiari e quindi ci si mette lì e si pensa, non distratti da nessuna delle attività della routine quotidiana. Che atti straordinari il pensare e il riflettere. Elaborare strategie, incamerare nuovi volti e persone e modi di dire. Farlo con tanta foga che non si riesce - è questo post ne è un esempio - ad articolare le frasi, così che venga giù un fiume di coordinate, appoggiate in forma instabile le une alle altre.

Per prendere il pensiero prima che sfugga, come rugiada dal petalo allo spuntar del sole.