Stamattina, durante la trasmissione televisiva Omnibus di La7, Giorgia Meloni ripeteva incessantemente il solito ritornelo, di cui si è ormai appropriato il centro-destra italiano dopo la nomina di Mario Monti del novembre scorso.
"Se Berlusconi avesse proposto al Parlamento e al Capo dello Stato quanto fatto dal Governo Monti, tutto si sarebbe bloccato e non avremmo potuto fare niente!".
Credo che abbia ragione e che nessuno possa negarlo, ma manca secondo me un pezzo fondamentale al discorso: il Governo Monti può proporre e farsi approvare dal Parlamento e da Napolitano questi interventi drastici anche perché ha una credibilità che Berlusconi non aveva.
Una credibilità e una fiducia che il Parlamento gli concede, che il PresDelRep gli concede, che i Capi di Stato stranieri gli concedono. Ci sarà un motivo o sono tutti impazziti?
Si tratta di background, di curriculum, di serietà e di autorevolezza conquistati sul campo, durante una vita di incarichi diversi a tutti i livelli.
Berlusconi ha ampi meriti nel campo dell'economia italiana, nessuno vuole negare la sua storia di imprenditore di successo (pur con qualche ombra più che sospetta).
Ma non era e non è un politico credibile. Non era e non è un economista credibile. Non era e non è un Capo del Governo autorevole. Non era e non è tante cose che oggi ci servono come il pane per portare avanti la carretta.
Non era e non è un candidato politico serio adatto a guidare l'Italia fuori dalla crisi, dopo che i suoi quattro Governi non hanno brillato per innovazione, risultati e correttezza.
Non era e non è un candidato politico serio adatto a guidare l'Italia fuori dalla crisi, eppure per il PDL è ancora l'unico candidato possibile.
Mi tremano le ginocchia al pensare a Bersani o Berlusconi impegnati nei colloqui a Berlino, Bruxelles e Washington con i rispettivi padroni di casa.
Una proposta?
Andiamo a votare ad ottobre, per rinnovare un Parlamento ormai risibile e deligittimato, ma che i due schieramenti (no, il Centro non esiste) candidino entrambi a Presidente del Consiglio Mario Monti.