domenica 2 agosto 2009

Antonio Socci: perché Repubblica strattona la Chiesa?

Leggo con stupore questo articolo di Antonio Socci dal suo sito (non lo considero un blog perché i commenti sono chiusi: niente dialogo, niente status di "blog", anche se lui lo chiama così).

Io capisco che l'editore "tira" il pensiero dei propri giornalisti, Libero in questo caso, ma vorrei spiegare a Socci perché non sono d'accordo con lui e perché secondo me non ha capito bene la situazione (o forse l'ha capita bene, ma non vuole disturbare il padrone di casa).

Repubblica non vuole la condanna cattolica di Berlusconi. In questo ha visto bene Socci, ché Repubblica non è un baluardo del cattolicesimo. Vuole la condanna dell'ipocrisia di Berlusconi.

Berlusconi ha voluto prendere il posto della Democrazia Cristiana nello schieramento partitico italiano: si è schierato apertamente a favore di tutte le battaglie cattoliche, famiglia, figli, aborti, adozioni, valori morali, pur sapendo di non essere d'accordo con essi, o per lo meno dimostrando che la fatica per seguirli era troppa per lui.

Credo sia tutta qui l'indignazione di una parte del Paese, riassumibile nel do as I say, not as I do. Nessuno ce l'ha con Berlusconi (anzi, molti lo invidiano). Semplicemente gli si chiede coerenza e rispetto per i sacrifici che chiede agli altri.

EDIT:
Dopo l'articolo di stamattina mi ero dis-iscritto dalla newsletter di Socci (ho il vizio di lasciare il mio indirizzo a destra e a manca... sono curioso), ma dopo questo pezzo ho salutato anche il feed RSS del sito:
Berlusconi è corazzato da quel Gigante che attraversa le pagine dei Vangeli e che è la Misericordia fatta carne. Non è “protetto dai preti” (per qualche losco interesse), ma da Gesù stesso (come ciascuno di noi peccatori).

Freddure #00

Due ragazze.
- Io non mi metterò mai con un giardiniere!
- Perché?
- Perché ho paura di essere piantata!

Recensione film: Twilight

Hai appena finito di guardare un film, questo film, Twilight (film, regista, romanzo), consapevole di aver gettato per un paio d'ore lo sguardo sul mondo dei (molto) giovani e ti ritiri con la sensazione di non essere più parte di quel mondo.

Alcune cose annotate:
  • La protagonista, Isabella Swan, detta Bella (che a Roma deve suonare meglio che in qualsiasi altra parte del mondo) agisce in maniera incomprensibile: non perché si innamora di un vampiro, ma perché lo fa al primo secondo in cui lo vede con un'intensità da film a luci rosse.
  • La sceneggiatura non è proprio il massimo della coerenza né Inserisci linkdel tratteggio psicologico, soprattutto dei compagni di scuola di Bella che vengono presentati come le tipiche macchiette da liceo californiano (peccato che qui siamo a Forks, un paesino da 3.200 abitanti sulle sponde dell'Oceano Pacifico vicino a Seattle con una scuola e un ballo di fine anno da istituto svizzero privato di classe).
  • L'inseguimento del segugio mi è piaciuto, sono stati 20 minuti di buona tensione; quasi quasi mi affezionavo alla protagonista. Finale dell'episodio surreale e fin troppo facile però.
  • La fotografia è buona: insomma, se il budget a disposizione era limitato, diciamo che l'elicottero se li è guadagnati tutti i suoi soldini.
  • Si tratta di un cliché ormai collaudato, ma la scelta di usare colori freddi per la pellicola ci sta tutta e ben si adatta all'ambiente, alla vicenda e ai personaggi.