Oggi in Siria è morto un reporter, il francese Gilles Jacquier di France 2.
E, personalmente, provo sensazioni contrastanti di fronte ad avvenimenti tragici di questo tipo, sempre in bilico tra la rassegnata accettazione e un certo grado di malcelata rabbia.
Solo chi si è trovato coinvolto in tumulti di piazza o da stadio può figurarsi la follia che prende corpo e infiamma le menti di centinaia di persone contemporaneamente, mettendole violentemente e senza apparenti ragioni "valide" le une contro le altre.
L'accettazione deriva dal pensare che, beh... si tratta di una guerra, chiaro che qualcuno ci sbatta il muso, se poi non c'entri niente e ti ci vai a ficcare... sei ben conscio delle conseguenze che puoi portare a casa.
La rabbia sgorga dalla gratitudine per queste persone che, al di là delle motivazioni personali che li hanno spinti lì, ci informano sui crimini e le assurdità perpetrate in quei momenti; perché voglio vederli in faccia, dopo, quelli che "abbiamo solo ubbidito agli ordini".
Quindi... grazie Gilles per quello che hai fatto, anche se mi spiace che la tua passione ti abbia condotto alla morte. Ma sono convinto che, in fondo, se avessi voluto arrivare a 100 anni, avresti fatto altro.