Ognuno di noi sceglie uno o più quotidiani da leggere/sfogliare e uno o più settimanali o periodici o mensili da leggere/sfogliare.
Acquistare un mazzo di fogli stampati è sempre stato un modo di classificare le persone, dargli un voto e una connotazione politica.
E così tento di sfogliare quanti più giornali mi capitano ogni giorno sotto tiro (perché lo ammetto, difficilmente vado in edicola ad acquistarli), inorridendo per titoli inammissibili, deprimendomi per l'ennesima inchiesta, andando avanti-veloce sulle pagine che cavalcano l'onda popolare.
C'è invece un magazine snobbato da molti, specialmente negli ambienti più tecnici e social, l'ormai non più giovane Wired, che pur in un tripudio di articoli inutili, riesce a trasmettere carica, energia, voglia di fare, voglia di guardare avanti. Ce n'è un gran bisogno.
Una rivista che apre le porte sul mondo intero, che non risuona solo di discorsi di palazzi del potere e di piazze invase da manifestanti urlanti, che riesce a scovare la piccola storia e la rubrica satirica in grado di divertire e accendere una piccola lampadina nel cervello.
Coscienza che molte cose nel mondo non funzionino l'abbiamo presa in molti, ok? Credo sia venuto il momento di proporre un'alternativa. Ce n'è un gran bisogno.