Mi capita sempre più spesso di chiedermi perché i telegiornali diano le notizie senza mostrarle sotto la luce giusta, oppure perché le istituzioni si arruffino su un tema apparentemente insignificante senza inquadrare il vero problema.
In sintesi. Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, lascerà libertà di apertura ai negozi del centro storico della città in occasione della festa dei lavoratori del 1° maggio. Il segretario della CGIL, Susanna Camusso, replica piccata tirando in ballo la presunta sacralità della giornata ecc. ecc. E il mondo politico si divide.
Svolgiamo la matassa e vediamo perché entrambi hanno ragione.
Il sindaco Renzi ha ragione: non si può chiudere una città meta di migliaia di turisti proprio nel weekend pasquale; non ha senso, oppure ha senso ma la smettiamo di dire che il turismo è una risorsa fondamentale per l'economia italiana.
La sindacalista Camusso ha ragione: se si concede la possibilità di apertura per i negozi, tutte le catene commerciali nazionali e internazionali non si faranno scappare l'occasione di tenere aperti i punti vendita, obbligando centinaia di dipendenti a rinunciare a un primo maggio di riposo.
Io risolverei il problema così: chi non va a lavorare è obbligato a presenziare a una manifestazione sindacale. Così nessuno potrà dire che i lavoratori vogliono solo un giorno di vacanza, ma sono invece votati alla celebrazione di questa importante giornata che celebra le splendide conquiste sindacali delle generazioni precedenti alla nostra.