Tratto da questo articolo pubblicato su Finance Business Review Italy:
Di certo, i dati ci dicono che la prima opzione non è per tutti, visto che la Cina rappresenta l’undicesimo paese di sbocco delle nostre merci, ricettore di un magro 2,3% delle nostre esportazioni.Quindi il mercato cinese per l'economia italiana in generale - lasciamo fuori quei 5-marchi-5 di lusso che portano prestigio ma nessun altro ritorno utile - è marginale. Almeno per ora.
Ma mi sorge spontanea una domanda: se non riusciamo a penetrare oggi un mercato che è agli inizi e che sta acquisendo velocemente know how tecnico e strategico, come possiamo pensare di farlo quando la situazione sarà matura e stabile?
Siamo davvero convinti di riuscire a conquistarci una fetta di mercato nazionale quando il mercato interno cinese sarà abbastanza maturo da soddisfare da sé tutto l'arco della domanda di beni e servizi del ceto medio urbano?