Leggo con stupore questo articolo di Antonio Socci dal suo sito (non lo considero un blog perché i commenti sono chiusi: niente dialogo, niente status di "blog", anche se lui lo chiama così).
Io capisco che l'editore "tira" il pensiero dei propri giornalisti, Libero in questo caso, ma vorrei spiegare a Socci perché non sono d'accordo con lui e perché secondo me non ha capito bene la situazione (o forse l'ha capita bene, ma non vuole disturbare il padrone di casa).
Repubblica non vuole la condanna cattolica di Berlusconi. In questo ha visto bene Socci, ché Repubblica non è un baluardo del cattolicesimo. Vuole la condanna dell'ipocrisia di Berlusconi.
Berlusconi ha voluto prendere il posto della Democrazia Cristiana nello schieramento partitico italiano: si è schierato apertamente a favore di tutte le battaglie cattoliche, famiglia, figli, aborti, adozioni, valori morali, pur sapendo di non essere d'accordo con essi, o per lo meno dimostrando che la fatica per seguirli era troppa per lui.
Credo sia tutta qui l'indignazione di una parte del Paese, riassumibile nel do as I say, not as I do. Nessuno ce l'ha con Berlusconi (anzi, molti lo invidiano). Semplicemente gli si chiede coerenza e rispetto per i sacrifici che chiede agli altri.
EDIT:
Dopo l'articolo di stamattina mi ero dis-iscritto dalla newsletter di Socci (ho il vizio di lasciare il mio indirizzo a destra e a manca... sono curioso), ma dopo questo pezzo ho salutato anche il feed RSS del sito:
Io capisco che l'editore "tira" il pensiero dei propri giornalisti, Libero in questo caso, ma vorrei spiegare a Socci perché non sono d'accordo con lui e perché secondo me non ha capito bene la situazione (o forse l'ha capita bene, ma non vuole disturbare il padrone di casa).
Repubblica non vuole la condanna cattolica di Berlusconi. In questo ha visto bene Socci, ché Repubblica non è un baluardo del cattolicesimo. Vuole la condanna dell'ipocrisia di Berlusconi.
Berlusconi ha voluto prendere il posto della Democrazia Cristiana nello schieramento partitico italiano: si è schierato apertamente a favore di tutte le battaglie cattoliche, famiglia, figli, aborti, adozioni, valori morali, pur sapendo di non essere d'accordo con essi, o per lo meno dimostrando che la fatica per seguirli era troppa per lui.
Credo sia tutta qui l'indignazione di una parte del Paese, riassumibile nel do as I say, not as I do. Nessuno ce l'ha con Berlusconi (anzi, molti lo invidiano). Semplicemente gli si chiede coerenza e rispetto per i sacrifici che chiede agli altri.
EDIT:
Dopo l'articolo di stamattina mi ero dis-iscritto dalla newsletter di Socci (ho il vizio di lasciare il mio indirizzo a destra e a manca... sono curioso), ma dopo questo pezzo ho salutato anche il feed RSS del sito:
Berlusconi è corazzato da quel Gigante che attraversa le pagine dei Vangeli e che è la Misericordia fatta carne. Non è “protetto dai preti” (per qualche losco interesse), ma da Gesù stesso (come ciascuno di noi peccatori).